Il rally arriva nel contesto di un rinnovato interesse per il token dopo che BlackRock Inc (NYSE:BLK), il più grande gestore patrimoniale del mondo, ha presentato domanda per un ETF che seguirà direttamente il Bitcoin. Successivamente, anche altri investitori istituzionali hanno presentato domanda per ETF sul Bitcoin, tra cui WisdomTree (NYSE:WT), Valkyrie e Citadel.
Cosa sono gli ETF?
Un exchange-traded fund, noto come ETF, o in italiano fondo scambiato in borsa, è un tipo di fondo d’investimento quotati in borsa, a responsabilità limitata per i soci che vi partecipano con la compravendita di azioni; hanno la peculiarità di essere a gestione passiva poiché si legano a un indice azionario preesistente o simili (ad esempio, l’indice S&P 500 che raggruppa le 500 aziende statunitensi più grandi).
Essi fanno parte della famiglia degli ETP (exchange-traded product), a cui appartengono gli ETF (exchange-traded funds), gli ETC (exchange-traded commodity) e gli ETN (exchange-traded note), tutti e tre quotati in borsa e finanziati tramite azioni.
Gli exchange-traded fund (ETF) sono un tipo di fondi d’investimento, cioè un cumulo di denaro (capitale di rischio) raccolto tramite la partecipazione azionaria dei soci. Il fondo viene gestito da un manager (fund manager o portfolio manager), a cui i soci delegano tutto il potere gestorio. L’ETF manager, nel caso degli ETF, investe i soldi raccolti nella compravendita di azioni per esempio di gruppi di corporation a scopo di lucro, guadagnando cioè dall’ottenimento di dividendi o dalla rivendita della partecipazione quando il valore delle azioni si alza.
Il profitto generato dalle attività di investimento del fondo viene poi redistribuito ai soci azionisti nella misura in cui hanno investito nel fondo, cioè nella misura in cui hanno fornito in input il capitale tramite l’acquisto di azioni: in base al principio plutocratico, se un socio ha versato il 12% del capitale sociale, a ogni distribuzione dei dividendi gli spetta il 12% di tutti i profitti generati, anche se la distribuzione di dividendi, in taluni casi, può essere sospesa per effettuare ulteriori investimenti, esattamente come avviene nelle società per azioni.
Se il fondo a livello strategico è già preimpostato per reinvestire i profitti, si parla di “ETF ad accumulazione”, altrimenti si parla di “ETF a distribuzione”. Sono nati negli Stati Uniti nel 1993, negoziati nell’AMEX per riprodurre l’andamento dell’indice Standard & Poor 500; in Italia sono stati quotati a partire dal 2002. Al 30 giugno 2010, nella Borsa Italiana risultavano negoziati[1] 440 ETF, tale numero rendeva Borsa Italiana una delle principali borse europee per questo tipo di strumenti. Tutti gli ETF attualmente quotati su Borsa Italiana sono “armonizzati” ed autorizzati dalla Banca d’Italia e dalla Consob. Negli ultimi anni, gli ETF sono diventati un grande punto di forza dei mercati internazionali.[2]
Gli ETF sono quotati, quindi operano in borsa, che è un mercato pubblico e regolamentato, ragion per cui si identificano bene con exchange-traded; in caso contrario, gli scambi avverrebbero over the counter (OTC) in un contesto privato, come avviene per esempio nel private equity.
La gestione degli ETF non è libera e la logica di fondo su cui operano è la seguente: gli ETF replicano l’indice al quale si riferiscono (benchmark) e dunque replicano fedelmente l’andamento e il rendimento finale di un determinato indice azionario o il prezzo di una determinata tipologia di asset dove per “indice azionario” o “indice di borsa” si intende il raggruppamento di aziende quotate in base a una caratteristica comune; per esempio, l’indice S&P 500 stock market index è un indice di borsa statunitense che elenca le 500 aziende statunitensi con la maggiore capitalizzazione in assoluto.
Dato che la strategia di investimento è passiva, si dice che il fondo è a gestione passiva e lo stesso fondo si può dire “passivo”, al contrario di un “fondo attivo”, in cui il gestore del fondo interviene attivamente nei titoli da acquistare o vendere.